diariodiunafemina

Alice si sta mangiando il bianconiglio

In Spogliatoio di feminà on 01/02/2016 at 12:50 am

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Ho seppellito tutti i progetti che avevano per me sotto km di “NO!” al punto da ritrovarmi a perdere quintali di pezzi per salvarmi da tutte le spiegazioni che non ho mai dato. Resto un cerchio che ha smarrito il suo centro [cit.], e tutta questa isteria diventa necessaria per ritrovare la punta del compasso che ridisegnerà quell’equilibrio illusorio, che perderò al primo spintone.

Strascico fino a perdere, ci so’ riuscire benissimo.

Ed e’ così che cambio continuamente gli equilibri, e’ così che sono nuova tutte le volte che riesco a essere me.

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Vorrei capire i meccanismi. I processi. E il tempo soprattutto. Cosa hanno fatto nel tempo in cui mi sono devastata di merda di mondo queste principesse del pisello? Mentre a 20 anni la vita me le dava come ne avessi 32, loro cosa filtravano per vedere tutto, oggiadesso, a forma di cuore?

Ecco, cosa è stato a queste esistenze concentrate a pochi decibel da me?

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Futuro, fiducia, rispetto e figli. I nipoti più belli di sempre, il cane a spasso, la messa in piega, la messa e basta, l’unghia lucida, la vacanza divertente, la cena da pezzenti ma con affetto, la comprensione, i cuori dappertutto e l’aroma patetico? E se divento pure io così? Mamma non è che mi avete adottata? Mamma spiegami com’è  che ho la femminilità mascolina.

Quale sarebbe esattamente il confine sociale, educativo ed esistenziale tra certe Biancaneve intente a dar cure e amore mentre io mi sento sempre Alice che si è mangiata il coniglio?

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Quale meccanismo devo traumatizzare per accarezzarmi il cuore e rassicurarlo che altrove non c’è un dove veramente più interessante, vero e vivo di questo qua? Quale tarantismo affettivo si ribella ai fatti che non bastano mai?

Una masturbazione continua di pensieri surreali che però accadono solo dopo le parole, ovvio che poi resto vittima di una lucidità affettiva che mi permette di pesare nel post il “cosa sentivo veramente” ed è così che mi ritrovo a dover giustificare sempre i perchè e i per come mi sia trovata a scegliere male o a scegliere forte, sembrando dura come nessuna delle principesse tenere e rassicuranti.

Ti svelo un segreto; sono fragile [cit.]

Una montagna di sogni e arrampicate per ritrovarmi fuori luogo e sola, concludendo con la consapevolezza che non potrò mai giocare un ruolo da imbardata di rosa e occhi teneri. Delle favole romantiche mi ritrovi vestita da niente, col destino da principe e lo sguardo perso.

 

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